Intervista a Homero Santiago
Homero Santiago - Buongiorno, vi ringrazio per avermi invitato a questo incontro. Dunque, la prospettiva generale del volume prende in considerazione i due concetti non come assoluti. Il punto fondamentale per me è la preposizione “tra”, che esprime la possibilità di transizione da uno all’altro. In Spinoza gli affetti sono presentati come dei passaggi (il termine latino chiave è “transitio”, “transitiones”); la gioia, per esempio, è il passaggio da una perfezione minore a una maggiore, mentre la tristezza è il passaggio da una maggiore perfezione a una minore[1]. Il desiderio è l’essenza attuale dell’uomo quando questi, determinato da un affetto, è rivolto verso il compimento di un’azione. Come precisato alla fine della terza parte dell’Etica, il desiderio è un qualsiasi tipo di impulso in rapporto alla costituzione variabile di un essere umano che, in tal senso, può essere visto come un essere di passaggio, di transizione. La vita umana è sempre variazione e la schiavitù e la libertà possono avere senso solo in questa variazione. Possiamo concepire la servitù come la predominanza -e non, si noti, l’omogeneità- di passaggi verso una minore perfezione, ovvero come una dinamica di diminuzione della potenza umana. La libertà si può invece intendere come la predominanza di transizioni verso una maggiore perfezione, cioè come un aumento della potenza. Tra questi due poli si pone un problema etico fondamentale: come si può aumentare la potenza ed evitarne la diminuzione? Da questo punto di vista ho cercato di domandarmi quale sia la condizione peggiore per una vita umana. La risposta mi è sembrata il fatalismo: esso è il blocco delle variazioni e, dunque, della vita in quanto concepibile nei termini di queste. Secondo un’ottica fatalista è impossibile cambiare la vita, che si tramuta in destino ineluttabile. Un simile punto di vista mi sembra derivare dalla superstizione, perché essa è un sistema della tristezza, una paura che blocca la vita e che sopprime ogni possibilità, dando origine a una costante decrescita della potenza umana. [ leia mais ]